Terremoto Albania, onlus italiane in campo con medici e fondi

Consulcesi e Sanità di frontiera offrono soccorso e tendopoli 

Concreta partecipazione italiana e gara di solidarietà per la popolazione albanese colpita dal terremoto del 26 novembre in Albania. Le onlus Consulcesi e Sanità di Frontiera, con il supporto del Polo universitario di Tor Vergata, hanno predisposto fin dalle prime ore del sisma un presidio medico-sanitario per aiutare gli operatori locali nelle operazioni di soccorso. Consulcesi, società internazionale che si occupa di assistenza legale e formazione de medici oltre ad avere una sua onlus no profit, ha una sede a Tirana con oltre 400 dipendenti, alcuni dei quali duramente colpiti dal sisma. “Sono in contatto con le istituzioni albanesi, ieri ho incontrato il primo ministro Edi Rama e ho offerto sostegno per avviare un rapido ritorno alla normalità”, dice in una nota Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, “ci siamo messi a disposizione con medici e fondi, oltre che con il nostro personale in Albania per il supporto logistico nelle zone terremotate, e reso disponibile il nostro numero verde 800.122.777”. “Con l’unità mobile prestiamo attività di soccorso nelle zone periferiche attraverso prime visite e facilitando la connessione dei pazienti con gli ospedali più vicini”, spiega Francesco Aureli, presidente di Sanità di Frontiera, “per aiutare chi è rimasto senza casa, ci siamo attrezzati con tendopoli per una prima accoglienza. Il nostro è anche un impegno a medio e lungo termine, vogliamo dare un sostegno psicologico alle popolazioni più colpite”, ha concluso. Aureli si trova a Thumane, alla periferia di Durazzo, che con 24 morti è una delle zone che ha registrato più danni. Tra le iniziative di solidarietà anche la decisione condivisa dei dipendenti di Consulcesi di annullare l’usuale festa natalizia ed impiegare quello che sarebbe stato il costo per la popolazione. Le due onlus hanno attivato anche una raccolta fondi per sostenere le spese e portare avanti i progetti di solidarietà. La raccolta è aperta fino al 15 gennaio sulla piattaforma Rete del dono. 

Medici ignoranti? Le accuse mediatiche di scarso aggiornamento accendono la discussione

«Medici ignoranti? Un’accusa da rinviare al mittente senza se e senza ma». A parlare non è un medico ma il ministro della Salute Roberto Speranza, che istituzionalmente ha un ruolo “terzo” tra camici e cittadini. Alla presentazione del rapporto Pit Salute il Ministro commenta un servizio del settimanale Panorama dal titolo “i medici ignoranti danneggiano anche te” con i dati sulla formazione continua. Dati poco edificanti ma vecchi: nel triennio 2014-2016 era in regola con il fabbisogno dei crediti solo il 54% degli iscritti all’Albo, e in particolare le donne medico (60%). L’inchiesta conferma peraltro come altre professioni – infermieri, veterinari – avessero tassi di copertura del fabbisogno formativo ancora inferiori, pari a un terzo. A questo punto, la bordata. Visto che a dover verificare il raggiungimento dei crediti e a punire chi non si aggiorna ai sensi di legge sono gli Ordini, e che sono composti da medici che dovrebbero giudicare i loro colleghi, perché non creare un organismo indipendente preposto alla verifica dell’effettivo conseguimento dei crediti con potestà di punire chi non è in regola? 

In realtà, oltre alle sanzioni dall’avvertimento alla radiazione, il medico che non si aggiorna è più vulnerabile nei contenziosi per responsabilità, basati molto sull’uso di linee guida. E soprattutto, come spiega Massimo Tortorella, presidente del pool di avvocati Consulcesi, rischia la mancata copertura assicurativa. «Per alcuni tipi di polizza il diritto di rivalsa può essere esercitato nei confronti dell’assicurato qualora l’esercente la professione sanitaria non abbia regolarmente assolto l’obbligo formativo e di aggiornamento. Quanto riporta Panorama va a soffiare su quel clima di odio che si respira tra le corsie degli Ospedali di tutta Italia. Che sarebbe scoppiata la bomba dei crediti Ecm – aggiunge poi Tortorella – l’avevamo anticipato in una lettera chiusa al ministro della Salute Roberto Speranza e agli Ordini Professionali. Ora, mi auguro che arrivi un chiaro messaggio di rispettare l’obbligo formativo di tutti i Presidenti degli Ordini in vista della scadenza del triennio il 31 dicembre 2019». In Finanziaria, c’è da aggiungere, era stato prima proposto e poi stralciato un emendamento per conferire i compiti di controllo dei crediti- fin qui affidati al Consorzio gestione anagrafica professioni sanitarie – all’Agenas, agenzia del ministero della Salute al momento alle prese con la difficile successione al DG Nicola Bevere. In effetti, se non fosse che è l’Ordine l’ente preposto alla tutela del cittadino, il Ministero è uno dei possibili organismi “terzi” alternativi per dire la sua su come andrebbe giudicato chi non si aggiorna. Ma il ministro Speranza non ha esitazioni.

«Abbiamo professionisti di grande qualità, i medici di questo paese sono purtroppo i peggio pagati in giro per l’Europa, guai ad avere un atteggiamento sbagliato verso di loro». Quanto alla formazione continua, «abbiamo una commissione ad hoc, e su questo dobbiamo continuare ad investire. Le sfide dell’informazione nel comparto salute sono per una sempre maggiore qualità, lavorerò su questo punto, sulla formazione di tutto il personale sanitario». In serata arriva la presa di posizione del presidente Fnomceo Filippo Anelli, diretto interessato alla provocazione. «Nel grande patto tra tutti gli attori della sanità – Ordini, Sindacati, imprese, Associazioni dei pazienti e dei cittadini – auspicato dal ministro Speranza per porre fine alla stagione dei tagli vogliamo esserci anche affinché si riconosca il ruolo delle professioni sanitarie a tutela del diritto alla salute. Crediamo nella qualità della Professione e dunque nella formazione, che ne è presupposto fondamentale. Non parliamo certo di ‘formazione a punti’, quella che si misura solo con i numeri, per adempiere a un obbligo formale, senza valutarne la coerenza con gli obiettivi professionali, ma di quel costante, quotidiano e prezioso aggiornamento delle competenze che ogni giorno consente ai medici di risolvere i problemi dei cittadini». 

I Bitcoin finiscono nei cesti di Natale aziendali: Il Gruppo Consulcesi è il primo in Europa

Il Presidente Massimo Tortorella racconta l’iniziativa: «Al posto di panettone e spumante, un device già predisposto per operare sul mercato delle criptovalute. Crediamo in questa svolta epocale e per questo ho coinvolto in prima persona chi dovrà guidare il cambiamento»

Altro che panettone e spumante. Bitcoin ed Ethereum sono solo alcune delle criptovalute più popolari del momento e sono destinate a segnare una svolta anche nei regali di Natale. Come è accaduto – in una iniziativa che non ha ancora eguali – a Consulcesi, realtà leader nei servizi e nell’assistenza legale al mondo medico-sanitario, da sempre proiettata al futuro. In occasione dell’ormai consueto brindisi che precede le festività, con in collegamento tutte le sedi internazionali del Gruppo, il Presidente Massimo Tortorella ha voluto fare un regalo speciale ai suoi manager.

«Siamo stati tra i primi – ha affermato il Presidente Tortorella – a credere nel web per portare i nostri servizi nei pc e sugli smartphone dei nostri oltre 100mila clienti medici e questo ci ha permesso di centrare obiettivi sotto gli occhi di tutti. Ora guardiamo con grande interesse e attenzione al mondo delle digital currency, convinti che al pari di internet possano segnare una nuova era. Mentre stiamo già predisponendo la nostra realtà per essere pienamente operativa nel mondo e-coin, abbiamo coinvolto tutti i nostri manager affinché possano guidare in prima persona questo epocale cambiamento».

Proprio per questo, al posto, appunto, del classico cesto natalizio, i dirigenti di Consulcesi hanno ricevuto un device già predisposto per operare sul mercato delle criptovalute donato personalmente da Massimo Tortorella. «La crescita del nostro Gruppo, che ad oggi si compone di oltre mille dipendenti, in questi anni è stata soprattutto frutto della straordinaria partecipazione di ognuno di loro. Ho pensato che il coinvolgimento diretto del management potesse rappresentare in questo decisivo momento un ulteriore stimolo a vincere la nuova sfida che ci accingiamo ad affrontare. E questo –anticipa il Presidente di Consulcesi – è soltanto il primo passo: presto annunceremo nuove forme e modalità di incentivi che, a vario livello, coinvolgeranno tutti coloro che lavorano con noi, precorrendo il futuro come siamo abituati a fare».

Consulcesi cos’è: per saperne di più!

Consulcesi cos’è

La Consulcesi è una delle maggiori realtà in campo medico, sia in Italia che in Europa. Il suo fondatore e CEO, l’imprenditore Massimo Tortorella, è non solo un professionista in ambito legale preparato ed affidabile, ma grazie anche alle sue innegabili doti imprenditoriali, è riuscito a creare un vero e proprio punto di riferimento per il mondo sanitario. 100mila iscritti, 1 milione di utenti su internet che visitano il sito e le varie piattaforme legate alla Consulcesi, migliaia di medici e personale sanitario che si avvalgono dei suoi servizi anche per comunicare coi propri pazienti. Sono solo alcuni numeri che lasciano però trasparire la forza di Consulcesi. Dal sito si può leggere questa incisiva dichiarazione dell’imprenditore Tortorella rivolta agli iscritti: “Un ringraziamento speciale perché solo grazie a voi e alla vostra fiducia siamo riusciti ad ottenere così tanti successi per l’intera Classe Medica. Abbiamo però ancora bisogno di voi, dei vostri consigli e suggerimenti per continuare a migliorare sempre”. La Consulcesi, va ricordato, grazie alle innumerevoli battaglie vinte a favore del riconoscimento dei diritti dei camici bianchi, è arrivata addirittura a cambiare la giurisprudenza italiana a favore di questa categoria nel momento in cui ha ottenuto uno strepitoso successo nel famoso caso dei rimborsi ai medici ex specializzandi. Consulcesi, guidata dall’imprenditore Tortorella, non solo è riuscita a far ottenere circa 500 milioni di euro in rimborsi – attraverso una memorabile azione legale collettiva – ma da allora non ha mai smesso di occuparsi dei diritti per i camici bianchi e di offrire servizi a 360 gradi al mondo sanitario attraverso innovative piattaforme che mettono in diretto contatto medici, pazienti e non solo.

 

Rimborsi ad ex specializzandi: Consulcesi in prima linea

La Consulcesi, resa famosa anche per aver perorato la causa dei rimborsi ad ex specializzandi, nasce ed è stata fortemente voluta dall’imprenditore Massimo Tortorella che, oltre alle sue indubbie capacità in fatto di Diritto, ha deciso di mettere in campo anche le sue spiccate doti imprenditoriali. La Consulcesi infatti, fin dalla sua fondazione (avvenuta quando l’imprenditore Tortorella aveva appena 29 anni ed era fresco del percorso universitario concluso con una brillante laurea in Giurisprudenza, quindi certamente pieno di quel genuino entusiasmo e preparazione che sempre dovrebbero accompagnare le grandi imprese), ha subito messo a segno un successo per molti medici italiani – ormai insperato – quello di far ottenere (tramite una memorabile quanto impeccabile azione legale collettiva) rimborsi per oltre 500 milioni di euro che spettavano di diritto a quei medici che, tra il 1978 e il 2006 non si erano visti riconoscere la propria borsa di studio. Dopo questa importante vittoria legale, la Consulcesi è cresciuta molto e, grazie alla caparbietà e all’ardente spirito imprenditoriale del suo fondatore l’imprenditore Tortorella, ha ampliato notevolmente il suo raggio d’azione, diventando un imprescindibile punto di riferimento nel mondo dei camici bianchi e diventando un gruppo internazionale. La causa etica e legale per i rimborsi ad ex specializzandi ha contribuito di gran lunga a questa crescita esponenziale del Gruppo firmato Massimo Tortorella. Consulcesi Group consta di numerose aziende che focalizzano la propria attività a favore del personale sanitario. Sono innumerevoli infatti i servizi offerti a sostegno del personale medico, non per ultimo un costante aggiornamento professionale attraverso un rivoluzionario progetto: quello dei Film Formazione. E per offrire la massima professionalità, per questo progetto, l’imprenditore Massimo Tortorella fonda anche una casa di produzione internazionale, la Falcon Production che assicura standard qualitativi eccellenti nella produzione di film e materiale audiovisivo formativo. Insomma, la Consulcesi Group è una vera e propria rete professionale che sostiene a 360 gradi il delicato mondo dei camici bianchi.

Imprenditore Tortorella e Consulcesi

L’imprenditore Massimo Tortorella è il fondatore e CEO di Consulcesi Group, il più grande network in Europa dedicato a chi opera nel mondo medico-sanitario. L’imprenditore Tortorella ha caparbiamente e con grande spirito imprenditoriale, portato la sua Consulcesi a diventare un punto di riferimento nel campo dei servizi per i camici bianchi. Con un piglio dinamico, ambizioso, coraggioso e visionario, ha fin da subito (appena terminati i brillanti studi in Giurisprudenza), focalizzato quindi la sua attenzione verso una categoria che subisce non poche ingiustizie. La grande vocazione verso la tutela dei diritti, ha fatto sì che per primo si occupasse di una questione spinosa come il riconoscimento della mancata corresponsione delle borse di studio ai medici ex specializzandi. Con una poderosa azione legale collettiva, l’imprenditore Massimo Tortorella e la Consulcesi, sono riusciti a far ottenere ad oggi rimborsi per ben 500 milioni di euro. La battaglia ha visto protagonisti tutti quei camici bianchi, che tra il 1978 e il 2006 si erano visti non riconoscere la corretta borsa di studio. Il successo di Consulcesi, in questa operazione, ha poi portato questa grossa realtà a voler ampliare ulteriormente il raggio di azione del proprio operato, concentrandosi via via su questioni legali sempre legate al mancato riconoscimento dei diritti nei confronti di medici e personale sanitario in generale (come ad esempio la scorretta applicazione della direttiva Ue sugli orari di lavoro, oppure ancora quella di ancor più scottante attualità, come le ingiustizie bancarie). Oggi Consulcesi Group conta oltre 1.000 consulenti e sedi in Italia, Usa, Uk, Svizzera, Albania. E il suo fondatore e CEO, l’imprenditore Tortorella, una delle voci più ascoltate e autorevoli nel mondo della sanità, tanto da essere costantemente invitato a presiedere in conferenze e dibattiti televisivi sulle principali emittenti, dalla Rai a SkyTg24, da Mediaset a La7.