Sanità, da Consulcesi aggiornamento smart da fare sotto l’ombrellone

Oltre il 70% dei professionisti sanitari si dedica alla propria formazione obbligatoria durante il tempo libero: pur se compresa nei doveri professionali, infatti, difficilmente si riesce ad effettuarla durante l’orario di lavoro. Nonostante questo, l’aggiornamento continuo non deve essere un sacrificio e le vacanze estive possono rivelarsi un periodo molto utile per portare a termine i 50 crediti Ecm del 2024. Per questo motivo, Consulcesi Club consiglia 5 eBook formativi del suo catalogo, scaricabili e di facile consultazione, che porteranno i professionisti sanitari a raggiungere i propri crediti senza dover rinunciare al riposo estivo.
Basterà scaricarli dalla piattaforma Club, portarli con sé e leggerli sotto l’ombrellone; poi, quando si avrà modo, si potrà effettuare il test di conferma delle conoscenze per ottenere i crediti direttamente sul sito Cogeaps.
Dalla pandemia in poi – riferisce una nota – la fruizione della formazione per i professionisti sanitari è cambiata radicalmente. I formati ‘smart’ si sono fatti largo nelle vite lavorative di professionisti che desiderano sempre più dedicare tempo di qualità al proprio aggiornamento, senza rinunciare alla loro vita
personale. Già nel triennio formativo 2020-2022, secondo i dati di Formazione nella Sanità, si è registrato un vero e proprio boom della modalità di fruizione a distanza (Fad) dei corsi formativi, quintuplicata rispetto ai due trienni precedenti.
Sono state 10 milioni le partecipazioni ad eventi Fad a fronte di circa 56 mila corsi erogati. In confronto – si legge – gli eventi residenziali sono stati 126.600 con un totale di partecipazioni che si attesta a 2 milioni e 340 mila. “I professionisti hanno bisogno di una qualità della vita per mettere in pratica qualità nel lavoro –
dichiara il presidente Cogeaps, Roberto Monaco – I turni di lavoro sono massacranti e ci sono sempre meno professionisti nel Sistema Sanitario nazionale, il tempo per la formazione deve essere gestito con attenzione”.
Consulcesi Club si è mossa per restare al passo con le esigenze dei professionisti della Salute – dettaglia la nota – integrando il suo catalogo corsi con modelli di formazione digitali in vari formati: film formazione, interattivo, multimediale, simulazione, eBook e webinar. Il formato eBook, tra questi, permette di portare
l’aggiornamento con sé su smartphone, tablet e pc; consultare a più riprese il contenuto formativo e, quando si è pronti, di effettuare il test in totale autonomia. Conseguire i 50 Ecm dell’anno in estate non è mai stato così facile.

I 5 eBook selezionati da Consulcesi Club spaziano tra tematiche diverse con contenuti di alto rilievo medico- scientifico. 1. Guida pratica al Covid-19 per le professioni sanitarie – 27 Ecm; con un nuovo aumento estivo dei casi di Covid-19, questo corso realizzato in partnership con Simedet fornisce linee guida e protocolli per un approccio multidisciplinare e multi-professionale alla gestione dei nuovi casi; 2. Antistress teoria e pratica – 6 Ecm: il corso fornisce le competenze tecnico-pratiche per gestire lo stress, riconoscerne le tipologie ed elaborare una strategia di gestione a lungo termine; 3. Anuptafobia, la paura di rimanere soli –10,5 Ecm: tra i più grandi timori del nostro secolo, questo corso affronta l’anuptafobia con approccio psicologico volto al riconoscere i sintomi e operare un trattamento. E ancora: 4. Antiaging diagnostica e strategie alimentari e integrative – 4 Ecm; il corso fornisce gli strumenti di diagnostica dell’aging e le strategie alimentari e integrative per gestire la problematica. 5. Sorridere alla
vita: la terapia del sorriso nei contesti di cura – 3 Ecm. In questo corso si affronta il tema spinoso della gestione del paziente, che spesso passa proprio da un trattamento umano e comprensivo, volto alla positività.

Massimo Tortorella

Sanità, Consulcesi: “Contro aggressioni guida pratica per disinnescare violenza”

Un’altra estate da incubo per medici e professionisti sanitari: un’escalation di aggressioni segnalate ai loro danni e riportate nelle cronache più recenti. Le ultime due rivolte contro due dottoresse in Puglia: una nel Salento e una nel tarantino; entrambe si sono dimesse per accendere una luce sul tema dell’incolumità dei sanitari durante l’esercizio del proprio lavoro. Professionisti che lavorano spesso anche su doppi turni per supplire alla carenza di personale e rinunciano alle ferie e al riposo, specie nella stagione estiva. La
situazione è talmente grave che il presidente dell’Ordine dei Medici (Fnomceo) Filippo Anelli, ha minacciato dimissioni di massa dei medici italiani per protestare contro le aggressioni.
Andando incontro alla necessità dei professionisti della salute di conoscere i propri diritti e gli step da percorrere Consulcesi Club – riporta una nota – si propone come supporto strategico: non solo legale, ma anche formativo. In una innovativa versione eBook scaricabile, è stata realizzata una guida redatta in
collaborazione con la psichiatra Marina Cannavò, su come gestire il pericolo di aggressioni nei reparti più difficili, come Pronto soccorso, Medicina d’urgenza e psichiatria. Inoltre, una originale serie video ‘Dal legalese all’italiano’ con un episodio dedicato a come gestire un’aggressione subita da sanitario e gli step
legali da affrontare, spiegati in maniera semplice dagli avvocati del network Consulcesi Club.
Secondo stime recenti – si legge – il 40% dei lavoratori in ambito sanitario ha dichiarato di aver subito un’aggressione, con il 9% di essi che ha riportato conseguenze fisiche o psichiche. Le vittime di violenza sono donne nel 71% dei casi. Gli infermieri e gli operatori sociosanitari registrano il maggior numero di
infortuni, sia per la componente femminile (con incidenze rispettivamente del 25% e 31%) che per quella maschile (39% e 19%). Molte delle vittime sono professioniste donne di età compresa tra 51 e 60 anni e lavorano come operatore sociosanitario o infermiere in strutture ospedaliere o in Rsa, prevalentemente in
ambito psichiatrico o dell’emergenza/urgenza. Anche gli educatori professionali sono le figure professionali maggiormente oggetto di episodi di violenza. Seguono, con il 29% dei casi, gli operatori sociosanitari delle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali e, con il 16%, le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati.
La guida di Consulcesi Club ‘Aggressioni ai Sanitari, come gestire l’emergenza nei reparti difficili’ fornisce una fotografia dettagliata dello stato dell’arte e consigli pratici per la prevenzione nei reparti più a rischio (Pronto soccorso, Emergenza/Urgenza, Psichiatria) e la gestione del trauma post-aggressione. Per
riconoscere e gestire le aggressioni – riferisce la nota – infatti, è fondamentale formare il personale sanitario sulle tecniche di de-escalation, comunicazione assertiva e gestione dei conflitti. Intercettare i segni prodromici, come la rabbia controllata, gesti minacciosi e posture aggressive, è essenziale per prevenire
l’escalation. Durante un’aggressione, è cruciale mantenere la calma, utilizzare tecniche verbali di de-escalation e, se necessario, allontanarsi rapidamente e chiedere aiuto per garantire la sicurezza propria e degli altri presenti.
Oltre alla guida, Consulcesi Club mette a disposizione dei suoi membri la serie video ‘Dal legalese all’italiano’, un format innovativo che rende accessibili e comprensibili le questioni legali più complesse.
Nell’episodio “Le aggressioni al personale sanitario”, l’avvocato offre una panoramica dettagliata delle norme e delle leggi in vigore, spiegando le tutele penali e risarcitorie disponibili per le vittime. Questo episodio rappresenta un’importante risorsa per i professionisti, che li aiuta comprendere i loro diritti e a sapere come agire in caso di aggressione.
“Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario è in costante crescita, e il legislatore ha risposto con provvedimenti mirati ad ampliare le tutele e inasprire le pene – spiega il team legale di Consulcesi Club – Il nostro obiettivo è quello di fornire ai professionisti della sanità gli strumenti necessari per difendersi, sia in
termini legali che pratici, e di assisterli nell’aggiornamento continuo sulle novità legislative e sulle azioni legali da intraprendere”.

Massimo Tortorella

Un corso di formazione a distanza sulla malattia di Charcot-Marie-Tooth

Promosso dall’Associazione ACMT-Rete e reso possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Consulcesi, potrà ancora essere completato fino al 30 settembre il corso di formazione gratuito in modalità FAD (Formazione a Distanza), rivolto ai diversi professionisti sanitari, tra cui i medici di medicina generale, e dedicato alla gestione delle persone con la malattia di Charcot-Marie-Tooth, ossia la neuropatia periferica ereditaria più diffusa che tuttavia, nonostante questo dato, è ancora poco nota anche in àmbito sanitario Promosso dall’Associazione ACMT-Rete e reso possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Consulcesi, che ha messo a disposizione la piattaforma formativa, potrà ancora essere completato fino al 30 settembre il corso di formazione gratuito in modalità FAD (Formazione a Distanza), rivolto ai diversi professionisti sanitari, tra cui i medici di medicina generale, e dedicato alla gestione delle persone con la malattia di Charcot-Marie-Tooth.
Quest’ultima è la neuropatia periferica ereditaria più diffusa che tuttavia, nonostante questo dato, è ancora poco nota anche in àmbito sanitario. Essa colpisce prevalentemente le estremità del corpo, impedendo di controllare i movimenti di mani e piedi e compromettendo l’equilibrio, rendendo difficili o a volte impossibili gesti apparentemente semplici, come impugnare una posata, abbottonarsi i polsini della camicia o camminare.

Massimo Tortorella

L’intelligenza artificiale rivoluzionerà la medicina personalizzata entro 5 anni

LA RICERCA. Tra i principali benefici emerge la possibilità di avere a disposizione un maggior numero di dati

Il 65% dei pazienti utilizzerebbe una terapia digitale proposta dal medico curante, in particolare se consentisse di migliorare lo stile di vita e lo stato di salute (77%) e avere maggior consapevolezza della propria patologia (72%). Entro 5 anni l ́IA (intelligenza artificiale) rivoluzionerà la medicina personalizzata.
Sono alcuni dati della ricerca dell ́Osservatorio Life Science Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Alleanza Malattie Rare, Apmarr, Fand, FederAsma e Onconauti ,
Già oggi – spiega la ricerca – ci sono strumenti digitali per il monitoraggio a domicilio del paziente, come sensori, app per la salute e real-world data, entro breve ci sarà l ́IA applicata alla medicina personalizzata e le cosiddette terapie digitali (DTx), «soluzioni digitali validate clinicamente per integrare o sostituire le terapie tradizionali, per cui in Italia non esiste ancora una normativa di riferimento». Circa la metà dei medici specialisti coinvolti nella ricerca grazie a Consulcesi Homnya, Amd, Ame, Fadoi e Simfer, e dei medici di medicina generale, coinvolti grazie alla Fimmg, sarebbe disposta a prescrivere una terapia digitale se ne avesse la possibilità, soprattutto se certi che il paziente possegga le competenze digitali per un corretto utilizzo (72% dei medici specialisti e 69% dei Mmg). Tra i principali benefici riconosciuti dai medici specialisti, emerge la possibilità di avere a disposizione un maggior numero di dati a supporto sia della
ricerca clinica (68%) che per prendere decisioni (65%). A livello internazionale l ́Osservatorio Life Science ha censito 93 terapie digitali già presenti : il 37% nella psichiatria, il 14% nell ́endocrinologia, il 10% nella reumatologia e il 10% nell ́oncologia. E ́ di circa 500 euro il prezzo medio di un trattamento di 90 giorni.
Dall ́analisi emerge inoltre che per le imprese pharma, biotech e medtech «le barriere a investire nel digitale sono soprattutto la difficoltà di quantificare i benefici derivanti dagli investimenti e mancanza di competenze digitali».

Massimo Tortorella

I bambini di Fahn Jack in Liberia avranno la loro prima scuola grazie a Street Child e Fondazione Consulcesi

Fino a giugno 2024 i bambini dovevano percorrere 10 km al giorno a piedi per raggiungere l’edificio scolastico più vicino. Il nuovo edificio scolastico offre ben tre aule, un ufficio, un magazzino, una fontana d’acqua e tre
bagni
Alle bambine e ai bambini della remota comunità di Fahn Jack in Liberia era quasi negato l’accesso all’istruzione primaria. Sei miglia al giorno (quasi 10 km) da percorrere a piedi per raggiungere la scuola più vicina scoraggiavano la maggior parte degli abitanti locali, che presentavano infatti un tasso di assenteismo scolastico altissimo.
Street Child Italia e Fondazione Consulcesi sono pertanto orgogliose di annunciare l’inaugurazione della prima scuola nella comunità di Fahn Jack, grazie al progetto “Una scuola in Liberia” che rappresenta un passo fondamentale verso il miglioramento dell’istruzione per i bambini e il futuro della Liberia.
Il nuovo edificio scolastico offre ben tre aule, un ufficio, un magazzino, una fontana d’acqua e tre bagni. La scuola è situata vicino alla città di Kakata, più precisamente nella comunità di Fahn Jack, circa un’ora dalla capitale Monrovia. Questa comunità rurale non ha mai ricevuto i fondi necessari per costruire un edificio scolastico nel proprio territorio, per questo motivo l’intervento di Street Child Italia e Fondazione Consulcesi è stato fondamentale.
“In un mondo in cui ancora troppi bambini sono privati del diritto all’istruzione, la collaborazione è fondamentale: Street Child Italia e Fondazione Consulcesi dimostrano con questo progetto che è possibile fare la differenza, unendo le forze e mettendo al centro i bisogni dei bambini”, ha commentato Roberta Giassetti, Direttrice di Street Child Italia.
“Siamo convinti che ancor più del contrasto alla povertà, il sostegno all’educazione sia un investimento sul futuro, capace di cambiare un popolo dalle radici e piantare i semi della democrazia e della pace” ha commentato Simone Colombati, Presidente della Fondazione Consulcesi.
Inaugurazione della nuova scuola: arrivo e celebrazioni Dalle 10:00 del mattino, gli abitanti di Fahn Jack e dei villaggi vicini hanno iniziato ad arrivare. Tra loro, molti bambini in età scolare, genitori e anziani, tutti uniti dall’entusiasmo per questa nuova opportunità educativa. All’arrivo degli ospiti di Street Child e del
Ministro dell’Istruzione della Liberia, i bambini erano già impegnati in sessioni di apprendimento.
Intorno al cortile della scuola, i genitori hanno celebrato il progetto con canti e strumenti tradizionali. La presenza di più di settanta bambini in età scolare e di numerosi residenti ha reso l’evento ancora più speciale. Un insegnante ha evidenziato che molti bambini che non frequentavano la scuola nei villaggi vicini
si iscriveranno nel prossimo anno accademico.
Cerimonia di consegna delle chiavi La cerimonia ufficiale è iniziata con la consegna delle chiavi della scuola: Andrew G. Tehmeh Direttore dei Lavori di costruzione Street Child Of Liberia ha consegnato formalmente l’edificio al Rappresentante dell’Istruzione della Contea di Margibi Gayflor Mulbah. Mulbah ha poi consegnato le strutture all’autorità locale, rappresentata dal Capo Generale del Villaggio, che infine le ha affidate al capo della comunità di Fahn Jack.
Le tappe del progetto A gennaio 2024, Street Child of Liberia ha iniziato la costruzione di un edificio scolastico con tre aule e uno spazio per ufficio, grazie al finanziamento della Fondazione Consulcesi.
All’inizio del progetto è seguita una intensa attività di sgombero del sito, rimozione di massi e piante, scavi e completamento della sovrastruttura. La squadra di Street Child of Liberia ha effettuato visite settimanali di monitoraggio e supervisione della costruzione, coinvolgendo attivamente i membri della comunità nella fornitura di materiali locali. Nel frattempo, gli insegnanti hanno iniziato la formazione con la metodologia “Teaching at the Right Level”, che si concentra sui bisogni specifici di apprendimento dei bambini.
La forza della collaborazione Un’interessante opportunità è nata durante il progetto: il governo tedesco ha finanziato le “soft activities” (trasporto e istruzione degli insegnanti, consegna di school kits) delle scuole costruite in Liberia dal network globale di Street Child. Ciò ha permesso alla Fondazione Consulcesi di concentrarsi sulle “hard activities” (costruzione dell’edificio scolastico e servizi sanitari). Questo contributo ha avuto un impatto significativo non solo per gli studenti ma anche per l’intera comunità.

Massimo Tortorella

Il 65% dei pazienti utilizzerebbe una terapia digitale

PoliMi, l’IA rivoluzionerà medicina personalizzata entro 5 anni
Il 65% dei pazienti utilizzerebbe una terapia digitale proposta dal medico curante, in particolare se consentisse di migliorare lo stile di vita e lo stato di salute (77%) e avere maggior consapevolezza della propria patologia (72%).
Entro 5 anni l’intelligenza artificiale rivoluzionerà la medicina personalizzata.
Sono alcuni dati della ricerca dell’Osservatorio Life Science Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Alleanza Malattie Rare, Apmarr, Fand, FederAsma e Onconauti,
Già oggi – spiega la ricerca – ci sono strumenti digitali per il monitoraggio a domicilio del paziente, come sensori, app per la salute e real-world data, entro breve ci sarà l’IA applicata alla medicina personalizzata e le cosiddette terapie digitali (DTx), “soluzioni digitali validate clinicamente per integrare o sostituire le
terapie tradizionali, per cui in Italia non esiste ancora una normativa di riferimento”.
Circa la metà dei medici specialisti coinvolti nella ricerca grazie a Consulcesi Homnya, Amd, Ame, Fadoi e
Simfer, e dei medici di medicina generale, coinvolti grazie alla Fimmg, sarebbe disposta a prescrivere una terapia digitale se ne avesse la possibilità, soprattutto se certi che il paziente possegga le competenze digitali per un corretto utilizzo (72% dei medici specialisti e 69% dei Mmg). Tra i principali benefici
riconosciuti dai medici specialisti, emerge la possibilità di avere a disposizione un maggior numero di dati a supporto sia della ricerca clinica (68%) che per prendere decisioni (65%).
A livello internazionale l’Osservatorio Life Science ha censito 93 terapie digitali già presenti: il 37% nella psichiatria, il 14% nell’endocrinologia, il 10% nella reumatologia e il 10% nell’oncologia. E’ di circa 500 euro il prezzo medio di un trattamento di 90 giorni. Dall’analisi emerge inoltre che per le imprese pharma,
biotech e medtech “le barriere a investire nel digitale sono soprattutto la difficoltà di quantificare i benefici derivanti dagli investimenti e mancanza di competenze digitali”

Massimo Tortorella

SIMLA e SanitAssicura uniti per il bene della medicina legale italiana

La partnership permetterà di radunare in un’unica piattaforma servizi assicurativi, corsi di formazione e aggiornamento professionale, insieme con un insieme di risorse, tool e convenzioni riservati ai medici legali associati a SIMLA
Un vero e proprio ecosistema dedicato alla medicina legale: è questa la principale
novità emersa durante il Congresso nazionale della Società Italiana di Medicina
Legale, in corso fino a domani, 8 giugno, a Catania. Giunta alla 46 esima edizione, la kermesse ha dato l’occasione agli organizzatori di presentare l’accordo raggiunto con SanitAssicura, del gruppo Consulcesi. La partnership permetterà di radunare in un’unica piattaforma servizi assicurativi, corsi di formazione e aggiornamento professionale, insieme con un insieme di risorse, tool e convenzioni riservati ai medici legali associati a SIMLA.

Massimo Tortorella

Legali Consulcesi: “Più azioni su emergenza clima”

“Le sempre più numerose azioni legali portate avanti dai cittadini, per chiedere ad Istituzioni pubbliche e private risposte e prese di responsabilità per l’emergenza climatica in corso, stanno contribuendo a rafforzare la consapevolezza del diritto a vivere in un ambiente ‘pulito, sano e sostenibile’. Un diritto riconosciuto come universale dalle Nazioni unite ma ancora troppo spesso negato, anche in Italia”. È la riflessione, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente 2024, dei legali Consulcesi, network internazionale impegnato nella tutela dei diritti dei cittadini, che sta portando avanti l’azione collettiva Aria
pulita.
Secondo gli ultimi dati contenuti nel Global Climate Litigation Report: 2023 dell’Unep (il programma per l’ambiente delle Nazioni unite) negli ultimi 5 anni il numero di azioni legali in materia di giustizia climatica è più che raddoppiato, passando da 884 nel 2017 a 2.180 nel 2022. Come emerge ancora dal rapporto – si
legge in una nota – le corti internazionali si dimostrano sempre più a sostegno della protezione dell’ambiente e della salute umana, riconoscendo il legame tra la violazione di diritti fondamentali e la mancata o insufficiente azione degli Stati nel contrastare la crisi ambientale e climatica.
“Sempre più istituzioni giudiziarie, basti pensare alle due recenti pronunce della Cedu e del Tribunale del Mare – osserva Bruno Borin, a capo del team legale di Consulcesi – confermano che gli Stati, in quanto garanti dei diritti umani fondamentali – come il diritto alla vita, alla salute, a un ambiente sano e a un clima sicuro – hanno la responsabilità di agire. Di fronte agli allarmanti dati sulle problematiche ambientali – dall’inquinamento dell’aria al riscaldamento globale fino ai più recenti eventi climatici estremi – è lecito e doveroso da parte dei cittadini chiedersi, e chiedere ai giudici, se le politiche nazionali applicate siano
realmente efficaci nel raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti”.
Consulcesi, “attraverso l’azione collettiva Aria pulita – aggiunge Borin – ribadisce la necessità di fare di più per ripristinare l’ambiente a partire dall’inquinamento atmosferico. Lo smog, infatti, rappresenta un’emergenza sanitaria e ambientale che ogni anno solo in Italia causa 80mila decessi prematuri all’anno,
oltre che aggravare patologie e pesare sulla spesa sanitaria pubblica. Milioni di cittadini in Italia hanno respirato e continuano a respirare ‘aria avvelenata’, vedendosi negato il diritto a vivere in un ambiente salubre”, sottolinea il legale Consulcesi ricordando le due storiche sentenze (del 10/11/2020 e del
12/05/2022) della Corte di Giustizia Europea. Attraverso queste, la Corte Ue ha richiamato e poi condannato l’Italia per aver superato i limiti stabiliti per Pm10 e NO2 nell’aria dalla Direttiva 2008/50/CE (recepita nel Decreto legislativo n.155/2010).
Per dare voce alla preoccupazione dei cittadini – ricorda la nota – il team di legali Consulcesi ha deciso di avviare un’azione collettiva denominata Aria pulita, volta a chiedere un risarcimento e più tutele per la salute di tutti. In totale, sono circa 40 milioni i cittadini costretti a respirare aria malsana e potenzialmente dannosa per la salute e che, per questo, possono richiedere un risarcimento allo Stato e alle Regioni, aderendo ad Aria Pulita. Partecipando all’azione collettiva si avrà quindi, non solo, la possibilità di ottenere un risarcimento equo per la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, ma anche di prendere in mano la salute propria e quella dei propri cari. Per aderire basta dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione legale, Consulcesi mette a disposizione il sito aria-pulita.it.

Massimo Tortorella

Vermocane, ricci, tracine e meduse, un corso su pericoli e rimedi

Dal vermocane ai ricci di mare, dalle meduse alle spugne, le acque del mar Mediterraneo ospitano una vasta gamma di nuovi organismi che possono provocare reazioni avverse o addirittura avvelenamento. Il nostro mare muta a causa il cambiamento climatico e con esso i suoi abitanti. Quindi, prima ancora dei pazienti, è fondamentale che i medici e tutti gli operatori sanitari siano immediatamente aggiornati sui nuovi pericoli che arrivano dai fondali marini. Per questo motivo sulla piattaforma Consulcesi Club è disponibile il corso multimediale “Animali e organismi marini: pericoli e rimedi”, obiettivo: fornire un aggiornamento puntale ed esaustivo sulle tecniche di primo soccorso indispensabili per intervenire nei casi di intossicazione o trauma causati dal vermocane e dagli altri animali marini diffusi nel Mediterraneo. Il corso di educazione continua in medicina è rivolto a medici, infermieri e tutti i professionisti sanitari.
All’interno del corso – riporta una nota – si trovano utili raccomandazioni su come comportarsi, a cura di Daniele Manno, istruttore di Remote e Military Life Support) e del professor Giuseppe Petrella, Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Queste le indicazioni principali sui pericoli al mare: se ci si imbatte in un vermocane, il cui veleno provoca bruciore, eritema, prurito e intorpidimento, occorre rimuovere setole infisse nella cute, applicare aceto, ammoniaca o soluzioni di bicarbonato, anestetici locali, cortisonici e antibiotici. Nel caso della medusa, il veleno provoca dolore urente, eritema diffuso e possibile edema. Le
cose da non fare: sciacquare con acqua dolce, grattare, coprire con ghiaccio, esporre la pelle al sole e applicare creme cortisoniche. Al contrario, occorre sciacquare con acqua di mare, rimuovere nematocisti e filamenti con il dorso di un coltello, usare aceto da cucina, usare cloruro di alluminio, usare rocce o sabbia calde (le tossine delle meduse sono termolabili).
Le spine del riccio di mare possono provocare noduli, edema, scleroderma. In tal caso il trattamento prevede impacchi di aceto, immersione nell’aceto, intervento chirurgico (in casi estremi) se i frammenti di spina sono infissi profondamente, inoltre è suggerita l’antitetanica. E ancora: la puntura di tracina causa
dolore che può durare per giorni, possibili convulsioni e sincopi, eritema, edema ed ecchimosi multiple. Il trattamento – spiegano da Consulcesi Club – consiste nell’applicare cloruro di alluminio, suggerite copertura antibiotica e profilassi antitetanica. “È importante che anche i professionisti sanitari siano preparati e
sempre aggiornati per affrontare al meglio queste sfide con competenza e sicurezza, sia che si tratti di prestare pronto soccorso dopo una puntura di medusa o di diagnosticare e trattare un avvelenamento da tossine marine – commenta Daniele Manno, istruttore di Remote e Military Life Support nel nuovo corso Consulcesi – Inoltre, i professionisti della salute devono essere in grado di comunicare in maniera chiara le raccomandazioni su come comportarsi nei diversi scenari ai pazienti che si preparano a partire per le vacanze. Solo così possiamo godere appieno delle meraviglie del Mediterraneo, in tutta sicurezza”.

Massimo Tortorella

Consulcesi, ‘per Tribunale diritto mare spettano a Stati azioni di contrasto’

“Il Tribunale per il diritto del mare riconosce, come già fatto da altri organi internazionali, che il cambiamento climatico e le sue cause rappresentano una minaccia per i diritti umani, in quanto compromettono la salubrità dell’ambiente in cui viviamo e il nostro diritto alla salute”. E con una “pronuncia storica” dà “una ulteriore conferma al corpus di evidenze giuridiche e scientifiche che mette al centro la responsabilità degli Stati di contrastare l’inquinamento”. Così i legali di Consulcesi, network impegnato nella difesa del diritto alla salute e ad un ambiente salubre attraverso l’azione collettiva Aria Pulita, commentano il primo parere consultivo (advisory opinion) arrivato dall’organo indipendente
dell’Onu in materia di clima, che “costituisce un precedente legale importante”, spiega Bruno Borin, a capo del team legale Consulcesi.
Il parere consultivo dell’Itlos (International Tribunal for the Law of the Sea) – riporta una nota – arriva in risposta alle domande avanzate da un gruppo di piccoli Stati insulari sugli obblighi dei governi di proteggere l’ambiente marino dal cambiamento climatico, a partire dall’inquinamento causato dai gas serra. Secondo quanto denuncia la Commissione degli Stati insulari minori sul cambiamento climatico (Cosis), che era stata incaricata di effettuare le verifiche tecnico-scientifiche nelle località oggetto del parere, i Paesi insulari sono
minacciati dall’innalzamento del livello del mare e dagli altri effetti del cambiamento climatico, di cui l’inquinamento atmosferico da gas serra è una delle cause. Questi Stati più piccoli – si legge – contribuiscono solo per circa l’1% alla crisi climatica, ma ne subiscono gli effetti più gravi. Pertanto, conclude il Cosis in rappresentanza di questi, è necessario che i Paesi più ricchi e quelli con alti livelli di inquinamento si assumano la responsabilità per il loro contributo storico e continuativo al cambiamento climatico.
Al tribunale è stato chiesto di esprimere il proprio parere considerando in particolare tre quesiti: le emissioni di gas serra si qualificano come  inquinamento marino? Quali sono gli obblighi degli Stati al fine di prevenire e ridurre tale inquinamento? Quali sono invece gli obblighi per proteggere e preservare gli oceani dagli impatti del cambiamento climatico? Nella sua pronuncia – riferisce la nota – il tribunale internazionale ha concluso che le emissioni di gas serra costituiscono una forma di inquinamento marino, e che quindi gli Stati firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos), hanno “l’obbligo specifico” di adottare “tutte le misure necessarie per prevenire, ridurre e controllare l’inquinamento marino derivante dalle emissioni di gas serra di origine antropica”. Per raggiungere questi obiettivi, “i Paesi devono quindi allineare le loro politiche climatiche e basarsi sulle conoscenze scientifiche più recenti. Non solo”, sottolinea Borin: “Il tribunale ribadisce che, in mancanza di dati certi, gli Stati devono applicare il
principio di precauzione previsto dal diritto internazionale”.
Nella sua pronuncia – evidenzia ancora Consulcesi – il tribunale sottolinea la necessità di perseguire gli obiettivi stabiliti nell’Accordo di Parigi, in particolare l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale entro +1,5°C nelle tempistiche definite. Aggiungendo tuttavia che, “anche se uno Stato rispetta gli
impegni dell’accordo – rimarca Borin – non significa automaticamente che abbia soddisfatto i suoi obblighi giuridici ai sensi della Unclos. Questi ultimi sono infatti requisiti legali distinti, sebbene correlati, relativi alla crisi climatica”.
“Sebbene il parere consultivo non sia legalmente vincolante – conclude Borin – come ipotizzano anche altri esperti, potrebbe e anzi dovrebbe, influenzare significativamente le future decisioni su questioni climatiche”. La pronuncia, conclude il legale di Consulcesi, “conferma che la questione dell’inquinamento
atmosferico non può essere più relegata al concetto di danno concreto al singolo, ma come sempre più analisi mostrano ci sono una serie di conseguenze indirette, nel breve e nel lungo termine, che occorre considerare e prevenire”.

Massimo Tortorella