Smog, Consulcesi: “In Piemonte +22% adesioni ad ‘Aria Pulita’ con 100mila firme”

In Piemonte cresce la preoccupazione per lo smog e la qualità dell’aria. Da giugno ad oggi, oltre 100mila persone hanno mostrato interesse per l’azione collettiva ‘Aria Pulita’ portata avanti dal team di legali di Consulcesi, con un aumento in meno di 2 mesi pari a circa il +22%. A fare da apripista – si legge in una nota – è la città di Torino, con oltre 65mila persone interessate all’iniziativa, seguita da Novara con poco meno di 6mila, Asti ed Alessandria con oltre 1.500, mentre Cuneo chiude la classifica delle ‘top 5’ con oltre 1.200 cittadini interessati. Non solo: anche dai centri più piccoli, come Biella e Vercelli, si registra un graduale ma costante aumento dell’interesse verso l’azione collettiva. Se infatti la prima si piazza subito dopo Cuneo con circa 1.170 persone che hanno consultato il sito dedicato e richiesto informazioni su come aderire, la seconda segue con oltre mille, mentre tra Alba, Tortona e Trecate si totalizzano oltre 2.500 interessi.
“I cittadini – dichiara Massimo Tortorella, presidente del Gruppo Consulcesi – sono sempre più consapevoli dei gravi danni alla salute legati ad un’aria malsana e il crescente numero di persone che decidono di informarsi ed agire, anche attraverso la nostra azione collettiva Aria Pulita, ne è la conferma”.
Il Piemonte è tra le regioni italiane che ospita più comuni candidabili all’azione collettiva Aria Pulita. Sono infatti oltre 950 i comuni piemontesi eleggibili per l’iniziativa legale, tra i 3.384 comuni e città italiane individuati dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 4 milioni le persone costrette a respirare aria cattiva e potenzialmente dannosa per la loro salute, e
che per questo possono richiedere un risarcimento allo Stato, aderendo all’azione collettiva Aria Pulita. Per partecipare – ricordano da Consulcesi – è sufficiente dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per informazioni su come
aderire, Consulcesi mette a disposizione il sito www.aria-pulita.it.
Quanto suggerito dal presidente di Consulcesi – prosegue la nota – trova conferma nei dati preliminari Arpa Piemonte relativi al 2023 di recente pubblicati, come anche nel nuovo Rapporto ASviS Territori 2023. Dalle prime rilevazioni delle centraline Arpa, per il Pm10 “in tutte le stazioni in cui è presente un analizzatore automatico le concentrazioni medie annue rilevate risultano essere inferiori o uguali a quelle dell’anno 2022 e anche dell’anno 2021. Tutte le stazioni valutate rispettano il valore limite medio annuale previsto dalla normativa pari a 40 μg/m3”, riporta l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Tuttavia,
facendo riferimento alla nuova soglia definita dalla nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria da raggiungere non oltre il 2030, solo 10 su 32 centraline analizzate rispetterebbero i nuovi limiti annui di Pm10, contro 22 centraline che si troverebbero invece in violazione, superando i 20 μg/m3 di media annua.
Allo stesso modo, dalle analisi preliminari emerge che solo 2 centraline su 32 monitorate in Piemonte nel 2023 hanno superato il limite di 35 giorni di sforamento consentiti per ogni anno civile secondo la normativa vigente (con una media giornaliera di Pm10 superiore a 50 μg/m3). In particolare, il superamento è stato rilevato nelle due stazioni di Torino – Rebaudengo e Settimo Torinese – Vivaldi, rispettivamente con 63 e 55 giorni di sforamento. Anche in questo caso, tuttavia, la situazione appare molto meno rassicurante se si considera che l’Ue fissa la nuova soglia di sforamento a 18 giornate annuali, e l’Oms suggerisce di limitarle perfino a 3, entrambi abbassando altresì le concentrazioni giornaliere a 45 μg/m3. Alle attuali concentrazioni, dunque, oltre un terzo delle centraline piemontesi supera la nuova soglia Ue, mentre solo 8
su 32 rientrerebbero nei limiti Oms.
Anche per il Pm2.5, tra le centraline analizzate nessuna supera il limite in vigore attualmente e pari a 25 μg/m3. Tuttavia, anche in questo caso il Piemonte risulta lontano dalla nuova soglia: sarebbero infatti 19 su 23 le centraline con un valore medio annuo superiore a 10 μg/m3 (Nuova Direttiva europea, mentre l’Oms fissa la soglia a 5 μg/m3), risultando così fuorilegge, contro solo 4 che risulterebbero entro i nuovi limiti.
“Dobbiamo guardare agli obiettivi futuri come qualcosa da raggiungere oggi, quanto prima, poiché la strada è molto lunga – avverte Tortorella – I miglioramenti, lo confermano gli ultimi dati ma anche quelli dell’ultimo
decennio, ci sono ma sono troppo piccoli. Molto di più si può e si deve fare per poter garantire a tutti il diritto ad un ambiente salubre”.

Aria malsana nel Lazio: cittadini sempre più insofferenti. Cresce interesse verso azione collettiva Consulcesi

Il 2024 inizia con un boom di interesse verso l’azione collettiva di Consulcesi: +14% nell’ultimo mese. Tortorella: “Blocco auto e ‘stare a casa’ non sono soluzioni. Cittadini stanchi chiedono azioni più concrete”
Aumenta l’inquinamento e di pari passo il malessere dei cittadini laziali. Nella regione l’azione collettiva targata Consulcesi registra un aumento del +14%, passando da circa 20mila ad oltre 23.300 solo negli ultimi 30 giorni, tra dicembre 2023 e le prime due settimane del nuovo anno. La mobilitazione diventa un grido
pressante per il riconoscimento del diritto fondamentale a respirare aria salubre, con un numero sempre maggiore di cittadini che manifestano interesse per l’iniziativa collettiva Aria Pulita.
“Sarà per la stanchezza di fronte ai bollettini sempre più critici delle centraline di monitoraggio, per le restrizioni del traffico che complicano una mobilitazione già difficile, o per le crescenti evidenze sugli impatti devastanti sulla salute fisica e mentale, ma dal Lazio arriva un segnale chiaro: la popolazione è preoccupata e chiede azioni più incisive per migliorare la qualità dell’aria”, commenta Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi.
“Che quanto è stato fatto finora per salvaguardare la salute dei cittadini non sia abbastanza è purtroppo cosa certa ormai, – aggiunge Tortorella – lo confermano i dati sulla riduzione degli inquinanti e lo ribadisce ancora una volta la Commissione Europea, tornata ad esprimersi sugli sforamenti dei limiti nella Valle del Sacco, registrati in questi giorni”. La popolazione della zona, infatti, da anni respira aria malsana, ha più volte accertato e condannato la stessa Commissione, che recentemente si è detta preoccupata per i nuovi sforamenti di polveri sottili registrati nella Valle, con concentrazioni pari a 133 microgrammi per metro cubo, contro una soglia massima di 10 μg/m3.
Non solo la Valle del Sacco però, è soffocata dall’inquinamento. Secondo gli ultimi dati Legambiente contenuti nei due report 2023 “Mal’Aria di Città” ed “Ecosistema Urbano”, Frosinone con i suoi 17 microgrammi/m3 di PM2.5 si classifica tra le città con una qualità dell’aria considerata “insufficiente”, mostrandosi in miglioramento negli ultimi dieci anni, ma ben lontana dalla riduzione del 41% necessaria per rientrare nei nuovi limiti Ue, da raggiungere quanto prima e non oltre il 2030.
Male, anzi malissimo, la situazione di Roma se si guarda al biossido di azoto. Per questo inquinante, la città mostra un tasso medio annuo di decrescita pari al -6%, mentre con una concentrazione media annua pari a 33 microgrammi/metro cubo, deve puntare a una riduzione del 39% entro il 2030. All’attuale trend di
riduzione, la Capitale impiegherebbe 11 anni, circa il doppio del tempo dettato in sede Ue.
Come concludono anche le analisi di Legambiente, i miglioramenti ci sono ma sono troppo piccoli: di questo passo raggiungere i nuovi obiettivi fissati dall’Unione europea per i livelli di inquinanti atmosferici entro il 2030 risulta irrealizzabile per le città italiane, molto di più si può e si deve fare.
Il Lazio è tra le regioni italiane che ospita più cittadini candidabili all’azione collettiva Aria Pulita. Sono infatti oltre cinque milioni e mezzo i laziali eleggibili per l’iniziativa legale tra i 3.384 comuni e città italiane individuate dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 110 i comuni laziali in cui la popolazione è stata costretta a respirare aria cattiva e potenzialmente dannosa per la loro salute e che, per questo, possono richiedere un risarcimento alla Stato, aderendo all’azione collettiva Aria Pulita di Consulcesi.
Per partecipare all’azione collettiva, è sufficiente dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per informazioni su come aderire, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: www.aria-pulita.it.

Ambiente, oltre un milione di richieste per azione “Aria Pulita” in sei mesi

Sul podio delle città più “eco-sensibili” c’è Milano con 211.286 richieste all’azione collettiva Aria Pulita, seguita da Roma con 140.635 dimostrazioni d’interesse e Torino con 47.893 richieste

Da giugno ad oggi sono 1.151.096 le dimostrazioni di interesse all’azione collettiva “Aria Pulita”, portata avanti dal team di legali di Consulcesi. A guidare la lunga marcia contro l’inquinamento atmosferico in Italia – si legge in una nota – è Milano, non solo per il numero di richieste, circa 212mila, ma anche perché sarà la prima città a partire con l’azione legale. È stata infatti ufficializzata l’iscrizione a ruolo della prima azione collettiva, sono stati quindi depositati i ricorsi per violazione dei limiti di PM10 e di NO2.

«Ora il giudizio è pendente dinanzi al Tribunale di Milano e in attesa che venga assegnato alla Sezione e al Giudice», spiegano i legali di Consulcesi. L’udienza dovrebbe avere luogo la prossima primavera. «È un primo bilancio positivo il quale suggerisce che siamo effettivamente sulla strada giusta e che abbiamo ben interpretato un bisogno insoddisfatto di buona parte della popolazione italiana – dichiara Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group -. In pochi mesi abbiamo intercettato un gran numero di cittadini “eco-coscienti”, ovvero consapevoli di quanto la scarsa qualità dell’aria possa incidere negativamente sulla propria salute, che hanno deciso di dare voce al proprio diritto di vivere in un ambiente salubre», aggiunge. Sul podio delle città più “eco-sensibili” c’è Milano con 211.286 richieste all’azione collettiva Aria Pulita, seguita da Roma con 140.635 dimostrazioni d’interesse e Torino con 47.893 richieste. La prima città del Sud interessata all’iniziativa legale di Consulcesi è Napoli con 44.659 dimostrazioni d’interesse.

Sanità, da Consulcesi guida gratuita per mettersi in regola su Ecm

Non ci saranno ulteriori proroghe. Lo ha annunciato più volte e ribadito il ministro della Salute Orazio Schillaci, capo anche della Commissione nazionale Ecm, invitando i professionisti a “regolarizzare la propria posizione entro il 31 dicembre per evitare sanzioni”. E’ corsa agli ultimi crediti per essere in regola, formarsi ed evitare le sanzioni previste, che prevedono anche la sospensione. Sempre al fianco dei professionisti sanitari, Consulcesi Club scende in campo con una serie di strumenti e soluzioni, tra cui la prima guida completa dedicata all’Educazione continua in medicina, per districarsi tra i dubbi e le domande più frequenti e supportare i professionisti sanitari nello svolgimento del proprio obbligo formativo. La guida, completamente gratuita – si legge in una nota – è stata presentata in occasione del webinar “Scadenza proroga Ecm, obblighi e opportunità per i professionisti della sanità”, organizzato da Consulcesi Club in collaborazione con il Provider Sanità In-Formazione.

I crediti di educazione continua in medicina sono indicatori che attestano il livello di aggiornamento che un professionista sanitario effettua negli anni. Per ogni triennio – dettaglia la nota – è obbligatorio accumulare 150 crediti. Il triennio in corso è iniziato nel 2023 e terminerà a dicembre 2025. Ma a dicembre 2023 scadrà anche l’anno aggiuntivo di proroga concesso agli operatori sanitari per rimettersi in pari con il triennio precedente 2020-2022, per i possibili ritardi causati dalla pandemia Covid, che ha visto i camici bianchi impegnati in prima linea.

È possibile recuperare tutti i crediti mancanti del proprio percorso formativo obbligatorio – chiarisce la nota – anzi questi giorni, fino alla scadenza della proroga del 31 dicembre, sono propizi per mettersi in regola perché sono ancora in vigore una serie di facilitazioni messe in piedi dalla Commissione nazionale Ecm per andare incontro alle esigenze dei professionisti, come lo spostamento dei crediti negli anni precedenti.

Se non si è in regola – riferisce la nota – le sanzioni per mancato aggiornamento sono disciplinate dalla legge Lorenzin 3/2017 e dal decreto legislativo 138 del 2011, che tratta dell’illecito disciplinare. In particolare, secondo questa normativa, i professionisti sanitari non adeguatamente aggiornati possono essere soggetti a varie sanzioni. Queste vanno dall’avvertimento da parte del proprio Ordine professionale, alla censura e alla sospensione (con durata da 1 a sei mesi), fino alla radiazione dall’Albo professionale nei casi più gravi.

La soluzione digitale del nuovo Consulcesi Club aiuta i professionisti aggiungendo più servizi e contenuti, maggiore accessibilità e personalizzazione. Tra le nuove soluzioni, proprio da oggi è online “Elenco Professionisti”, una sorta di LinkedIn privato. Si tratta di un network di medici e operatori sanitari all’interno di Consulcesi Club, per aumentare la visibilità online, ampliare la propria rete professionale, connettersi e condividere competenze ed esperienze. In più, l’esperienza diventa sempre più personalizzata attraverso contenuti e corsi appositamente selezionati, risorse studiate per supportare il lavoro e la vita privata, tool, calcolatori e moduli facsimile scaricabili.

L’accesso al Club – conclude la nota – fornisce infine accesso ai migliori servizi legali per la vita professionale e privata, consulenze illimitate in diverse aree del diritto, lettere di diffida e pareri legali su problematiche professionali grazie a un network di avvocati sempre a disposizione del professionista; un servizio assicurativo e consulenti esperti su cui contare per scegliere con consapevolezza la migliore soluzione assicurativa più adatta alle proprie esigenze, accesso alla prestigiosa banca dati PubMed, convenzioni escluse a cui accedere con facilità.

Massimo Tortorella – Consulcesi

Sport: la Fondazione Consulcesi si aggiudica l’asta per la Barbie Bebe Vio

La Fondazione Consulcesi si è aggiudicata l’asta benefica per la barbie Bebe Vio. “Non appena abbiamo saputo dell’iniziativa della Mattel – spiega Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group, a cui la Fondazione fa riferimento – ci siamo attivati con l’obiettivo di vincere questa asta perché Bebe Vio rappresenta tutti i nostri valori ed è esempio e modello da seguire per i nostri progetti di inclusione, solidarietà e sostenibilità ambientale”. La campionessa paralimpica è stata inclusa tra le cinque Role Models di fama mondiale che la Mattel ha realizzato per festeggiare il quinto anniversario del Barbie Dream Gap Project pensato per tutte le bambine e ragazze del mondo. “Le bambole – continua Tortorella – rappresentano cinque donne che hanno abbattuto barriere, diventando fonte di ispirazione e modello di coraggio e resilienza e lo sono anche per la nostra Fondazione”.
Il ricavato dell’asta della “Barbie Bebe” andrà all’associazione Art4Sport della schermitrice. La bambola indossa anche la divisa ufficiale della “Bebe Vio Academy” fondata nel 2009 dalla campionessa, che fornisce protesi e carrozzine sportive ai bambini che supporta e ne promuove ed organizza i percorsi sportivi. Tra le varie attività promosse ed organizzate, dal 2021 ha fatto nascere anche la “Bebe Vio Academy”, un luogo inclusivo dove bambini normodotati e bambini con disabilità possono giocare e divertirsi praticando sport insieme. “Ognuno – conclude Massimo Tortorella – ha il diritto di raggiungere qualsiasi obiettivo e Bebe Vio ne è la dimostrazione”.
Oltre a Bebe Vio le altre bambole dell’iniziativa “Barbie Dream Gap Project” sono dedicate a Shonda Rhimes (pluri-premiata scrittrice, produttrice, autrice statunitense, nonché CEO di Shondaland), Helene Darroze (chef francese di fama mondiale), Katya Echazarreta (ingegnere elettrico e prima donna di origine
messicana a viaggiare nello spazio) e Hui Ruoqi (campionessa cinese di pallavolo).

Inquinamento: residenti di Milano, Roma e Napoli soffrono di più di ”ecoansia”. Dalle tre città più grandi d’Italia arriva quasi il 50% di richieste per azione collettiva Aria Pulita

Su 600mila dimostrazioni di interesse all’azione collettiva Aria Pulita, oltre il 15 per cento arriva da Milano. Seguono Roma con quasi 95mila richieste e Napoli con circa 80mila. Massimo Tortorella, presidente Consulcesi: “La qualità dell’aria è diventata una priorità per gli italiani”
Milano, Roma e Napoli sono tra le città in cui si superano più frequentemente i limiti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità sulla concentrazione di polveri sottili, ma sono anche ai primi posti per residenti con “ecoansia”. È così infatti che possono essere interpretate le oltre 275mila richieste arrivate da Milano, Roma e Napoli ai legali Consulcesi impegnati nell’azione collettiva Aria Pulita.
Sulle circa 600mila dimostrazioni di interesse pervenute, quasi 102mila arrivano solo da Milano. Seguono Roma con quasi 95mila richieste e Napoli con circa 80mila. “Il crescente interesse della popolazione italiana, in particolare dei residenti di Milano e di altre grandi città del Belpaese, è segno del sempre più diffuso sentimento di disagio legato all’inquinamento atmosferico”,
commenta Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group. “La qualità dell’aria è ormai diventata a tutti gli effetti una priorità per gli italiani, che mostrano di aver acquisito una maggior consapevolezza del legame imprescindibile tra salute ambientale e umana, attuale e futura”, aggiunge.
Milano, Roma e Napoli sono tra le città che sforano più i limiti di qualità dell’aria. Da una recente indagine condotta da Deutsche Welle, in collaborazione con lo European Data Journalism Network, basata sui dati satellitari del servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus, è emerso che tra il 2018 e agosto 2023
Milano, Roma e Napoli sono tra le 58 città italiane dove la concentrazione di polveri sottili supera i limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Milano, Roma e Napoli rientrano tra i 3.384 comuni e città italiane candidabili all’azione collettiva Aria Pulita e gli stessi per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 40 milioni le persone
che possono richiedere, tramite l’iniziativa legale di Consulcesi, un risarcimento per aver respirato, loro malgrado, “aria avvelenata”.
“Il nostro auspicio è che alla crescente sensibilità dei cittadini sull’importanza di respirare aria pulita segua anche un cambio di marcia nelle politiche mirate a rendere più sano l’ambiente in cui viviamo”, evidenzia Tortorella. “L’obiettivo dell’azione collettiva Aria Pulita, infatti, non è soltanto quello di aiutare i
cittadini a essere risarciti per aver respirato aria inquinata, ma anche quello di stimolare i decisori politici ad affrontare coraggiosamente, una volta per tutte, l’annoso problema dell’aumento di emissioni inquinanti nell’atmosfera”, conclude il presidente di Consulcesi.
Per aderire all’azione collettiva, basta dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto dal 2008-2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: www.aria-pulita.it.

Sempre più single a rischio sindrome Bridget Jones, per la neurologa ‘va curata’

In Italia oggi i single (il 33,2% della popolazione) superano le famiglie (‘ferme al 31,2%), secondo l’ultima rilevazione Istat, ma solo per un terzo degli italiani essere single è davvero una scelta, contro oltre il 60% che dichiara di essere condizionato da altri fattori, in primis lo stress e l’insicurezza lavorativa, come rivela il 35mo Rapporto Italia di Eurispes. La scelta di essere single “è, in sempre più casi, il risultato di una ricerca spasmodica del ‘partner perfetto’ che si traduce puntualmente in un nulla di fatto, poiché impossibile”. Così Maria Cristina Gori, neurologa e psicoterapeuta, nel nuovo corso di formazione realizzato per Consulcesi dal titolo ‘Anuptafobia: la paura di rimanere soli’, altrimenti conosciuta come sindrome di Bridget Jones.
Come spiega l’esperta, “la crisi economica, i disastri naturali, la pandemia, le guerre e la crisi climatica, stanno mettendo alla prova il nostro equilibrio psichico, alimentando in sempre più persone stati di ansia, depressione”, oltre che a “paure per molti aspetti ancora fortemente sottovalutate come quella della
solitudine, della morte e della malattia. Si tende così – aggiunge Gori – a trovare rifugio e consolazione nella relazione romantica, o meglio nella ricerca spasmodica di questa, finendo col passare da una relazione ad
un’altra senza mai sentirsi realmente ‘interi’, come la storia della ‘mezza mela’ erroneamente ci insegna”.
Se è umano desiderare di trovare un partner con cui realizzare un progetto di vita insieme, la condizione di ‘disaccoppiati’ – si legge in una nota – può diventare una vera e propria paura, al limite dell’ossessione, l’anuptafobia appunto (dal latino ‘anupta’, ossia ‘senza nozze’). Comunemente nota come la sindrome di
Bridget Jones – nome della protagonista di una serie di romanzi – è una paura intensa e irrazionale che colpisce tendenzialmente, più le donne che gli uomini, specialmente fra i 30 e i 40 anni poiché “legata principalmente a quel retaggio culturale secondo cui le donne in questa età dovrebbero trovare marito e
metter su famiglia”. Ma anche, illustra Gori, “abbandoni, tradimenti, rifiuti… possono gravare sul senso di inadeguatezza che conduce all’anuptafobia”.
Nonostante la sua rilevanza clinica, l’anuptafobia – che può causare anche seri problemi di salute mentale, attacchi di panico e depressione -rimane ancora sottodiagnosticata, a volte ‘scambiata’ erroneamente per dipendenza affettiva, altre per ansia, depressione, ossessioni e ruminazioni. “Per questo – sottolinea
l’esperta – è importante formare non solo gli specialisti ma anche medici di medicina generale e gli altri professionisti della salute su campanelli d’allarme e sintomi psichici. Non necessariamente fornire aiuto a chi manifesta sofferenza psichica – prosegue – deve tradursi nell’indirizzare verso lo psicoterapeuta, non
solo almeno e ovviamente dipende dalla gravità. Ma a volte è proprio la solitudine e l’isolamento a causare malessere, e anche semplicemente suggerire attività come la partecipazione a circoli, un nuovo o il completamento di un percorso formativo, da parte dei medici di famiglia potrebbe fare la differenza”.
Il corso di formazione – dettaglia la nota – è fruibile in formato ebook e audiolibro, e prevede il rilascio di 10.5 crediti Ecm con il superamento di un test online. La formazione si focalizza su alcune delle dimensioni chiave di questa patologia: le relazioni, l’amore (pulsione sessuale, sistema dell’attrazione, sistema
dell’attaccamento), l’isolamento (interpersonale, intrapersonale, esistenziale), la solitudine (quella provata durante la pandemia, quella della rete, della religione, della malinconia e della depressione, dell’anziano, della malattia e dei poeti), il disturbo dipendente di personalità (con un focus sui criteri clinici del DSM-5).
All’interno del corso c’è anche una scheda su due strumenti di valutazione normalmente impiegati per la dipendenza affettiva e che possono dare un’indicazione utile anche per l’anuptafobia.

Massimo Tortorella

Medici ex specializzandi, Consulcesi: “Parlamento impegna Governo su borse studio”

Tortorella (Consulcesi): “Confermate le nostre tesi, i tribunali devono
considerarlo”
“Il diritto dei medici ex specializzandi 78-2006 esce ulteriormente rafforzato in Parlamento”. Così Consulcesi commenta la significativa approvazione – all’unanimità dalla Camera dei Deputati nella seduta del 2 agosto – dell’Ordine del giorno, presentato dall’onorevole Nazario Pagano e votato nell’ambito del Dl Infrazioni, con cui il Governo ha assunto un impegno formale nei confronti di decine di migliaia di medici a cui, durante la scuola di specializzazione, era stato negato il corretto trattamento economico in violazione delle direttive
comunitarie in materia. “Le nostre tesi – commenta Massimo Tortorella, presidente Consulcesi in una nota – quelle che sosteniamo da sempre, hanno avuto l’ennesima conferma. Il lavoro di stimolo, ma anche collaborazione, verso le istituzioni sta già producendo importanti risultati di cui i tribunali dovranno
necessariamente tenere conto”.
Nel corso del suo intervento – si legge nella nota – Pagano, primo firmatario del provvedimento, ha ricordato la recente pronuncia della Corte di Giustizia europea in favore dei professionisti sanitari coinvolti in questa annosa vicenda. “L’approvazione dell’Odg – afferma Pagano – rappresenta l’impegno del governo
a estendere l’applicazione della borsa di studio a tutti quei medici iscritti ai corsi di specializzazione medica, proprio in esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia europea. Chi si è specializzato in quegli anni – ricorda – è stato sottopagato rispetto a chi lo ha fatto successivamente e necessita quindi di giustizia che ora, dunque, sarà fatta”.
Consulcesi, da più di 20 anni in prima linea a tutela del diritto dei medici ex specializzandi coinvolti nella vicenda e forte di oltre 600 milioni di euro in loro favore attraverso le azioni collettive avviate – ricorda la nota – intravede un nuovo momento di svolta per il contenzioso. “La prima importante notizia – sottolinea Tortorella – è che in Parlamento si sia riappropriato del suo ruolo, in questi anni lasciato invece ai tribunali.
C’è una forte e chiara volontà politica, da parte di questo esecutivo, di porre fine a questa ingiustizia”. Con la prospettiva di nuovi interventi in sedi istituzionali, da Consulcesi arriva dunque l’invito alle decine di migliaia di medici coinvolti di proseguire con forza e determinazione la battaglia legale avviata.

Korn (Gemelli): “I bambini sono i più vulnerabili ai danni dell’inquinamento”.

“I bambini più piccoli respirano molto più rapidamente di un adulto. Un bambino di 6 mesi, infatti, inspira circa 24 volte al minuto contro i 12 di una persona adulta, questo vuol dire che, nonostante le piccole dimensioni, sono in grado di inalare una gran quantità di polveri sottili ed altre sostanze tossiche immesse nell’aria. I bambini sono più bassi o trasportati sui passeggini, respirano quindi molto più vicini al suolo ed ai gas di scarico delle nostre auto”
Sono circa 6,5 milioni i bambini che, in Italia, respirano aria malsana esponendosi, loro malgrado, a potenziali gravi rischi per la salute. Sono quelli che risiedono nei 29 agglomerati urbani in cui si sforano i limiti sanciti dalla Corte Ue.
A dirlo, sono i legali di Consulcesi, il pool di avvocati che ha intrapreso la prima azione legale collettiva per ristabilire il diritto a respirare aria pulita. L’azione legale, consultabile sul sito Aria pulita, vale per i 3.384 i comuni italiani che non hanno rispettato i limiti imposti dalla Direttiva Comunitaria n. 2008/50/CE.

Partendo dal preoccupante aumento tra i giovanissimi delle patologie respiratorie e leucemie, l’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenzia come i bambini siano maggiormente esposti ai rischi dell’inquinamento dell’aria.
Il Dr. David Korn, Pediatra, Dirigente Medico del Pronto Soccorso Pediatrico e Responsabile dei progetti di Digital Health del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, intervenuto al convegno “Liberi di Respirare” organizzato da Consulcesi, ha spiegato perché i bambini, pur non avendo contribuito all’inquinamento atmosferico, ne subiscono i danni più gravi. Prima di tutto, ha ricordato il Dr. Korn, i bambini più piccoli respirano molto più rapidamente di un adulto. Un bambino di 6 mesi, infatti, inspira circa 24 volte al minuto contro i 12 di una persona adulta, questo vuol dire che, nonostante le piccole dimensioni, sono in grado di inalare una gran quantità di polveri sottili ed altre sostanze tossiche immesse nell’aria. I bambini sono più bassi o trasportati sui passeggini, respirano quindi molto più vicini al suolo ed ai gas di scarico delle nostre auto. Infine, sono organismi in rapidissima crescita, basti pensare che un neonato nei primi sei mesi di vita raddoppia il proprio peso, passando da circa 3 a 6 chili. Questo processo di eccezionale duplicazione cellulare è estremamente vulnerabile agli agenti inquinanti presenti nell’aria proprio perché sono in grado
di danneggiarlo in modo irreparabile».
«Siamo qui non per parlare di problemi ma per trovare delle soluzioni, continua il pediatra, la telemedicina avanzata è una di queste perché riduce l’inquinamento, è semplice e permette già ai nostri pediatri di eseguire una visita medica completa, a distanza ed in tempo reale, inclusa l’auscultazione del cuore e dei polmoni, come se il bambino fosse in ospedale mentre si trova invece seduto sul divano di casa propria», conclude – con ottimismo – il Dr. Korn.
Consulcesi lancia causa ‘Aria Pulita’. Dopo aver lottato per anni per i diritti degli operatori sanitari, vincendo migliaia di cause legali in tribunale e ottenendo dallo Stato risarcimenti per oltre 600 milioni di euro, il team Consulcesi scende ora in campo a difesa e tutela della salute dei cittadini, in particolare dei bambini.

Consulcesi ha lanciato la nuova iniziativa legale “Aria Pulita”, parte così la più grande azione collettiva rivolta a tutti i cittadini che vogliono combattere per il proprio diritto a respirare aria salubre.
«L’azione legale ha lo scopo di accertare la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, con conseguente richiesta di risarcimento del danno, in favore dei residenti delle zone in cui è stato accertato il superamento dei limiti europei di particelle inquinanti (PM10 e biossido di azoto) contenute nell’aria del
proprio comune», spiega l’Avvocato Marco Tortorella di Consulcesi. «L’azione legale rappresenta la presa di coscienza dei cittadini come stimolo a trovare una soluzione. Inoltre, è anche l’occasione per spingere le Istituzioni affinché intervengano per porre rimedio a tale intollerabile situazione che, nonostante la
condanna da parte della Corte di Giustizia Europea, continua a perpetrarsi», aggiunge l’Avvocato Tortorella.
È possibile scoprire se si rientra nella fascia di popolazione eleggibile alla causa collettiva visitando il sito di Aria Pulita: www.consulcesi.it/legal/ambiente.

Caldo, Consulcesi: “Insieme a smog mix micidiale, +20% adesioni ad Aria pulita”

“Siamo molto preoccupati dell’impatto che questo mix di caldo estremo e inquinamento atmosferico può avere sulla salute degli italiani, specialmente la popolazione più fragile. In letteratura scientifica ci sono numerose evidenze che collegano questo micidiale cocktail all’aumento di problemi a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare, come asma, polmoniti, broncopneumopatia cronica ostruttiva e anche infarto, ictus e altri tipi di coronaropatie. E sempre più italiani se ne stanno rendendo conto. Non è un caso se nell’ultima settimana abbiamo registrato un aumento di ben il 20% delle adesioni alla nostra azione collettiva ‘Aria pulita’. Così Massimo Tortorella, presidente Consulcesi, sull’iniziativa promossa dalla società di consulenza per far valere il diritto a vivere in un ambiente salubre.
Con l’ondata di caldo estremo in corso – sottolinea Consulcesi – si amplificano anche gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute. E’ infatti risaputo che tra temperature eccezionalmente elevate e inquinamento esiste una relazione complessa: più inquinanti immettiamo in atmosfera maggiori sono i cambiamenti climatici e, di conseguenza, maggiore è la frequenza e l’intensità delle ondate di calore che, a loro volta, aumentano la concentrazione di polveri sottili (Pm2.5). A questo si aggiungono gli adattamenti fisiologici del corpo che per regolare la temperatura aumenta la frequenza respiratoria e l’afflusso di
sangue periferico, incrementando così l’esposizione agli inquinanti ambientali.
L’iniziativa di Consulcesi è aperta ai residenti di oltre 3.300 Comuni italiani in cui la Corte di Giustizia europea ha accertato violazioni per il superamento dei valori soglia. Secondo quanto riporta il team legale, sarebbero oltre 40 milioni gli italiani che possono richiedere un risarcimento complessivo fino a 36mila euro
l’anno. “Più persone riusciamo a coinvolgere – evidenzia Tortorella – maggiori sono anche le probabilità di stimolare le istituzioni a prendere misure urgenti di contrasto all’inquinamento atmosferico a tutela della salute pubblica”. Per aderire alla causa, basta dimostrare la propria residenza in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare alla causa collettiva, cliccare su consulcesi.it/legal/ambiente.